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Come ho iniziato a scrivere

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Come ho iniziato a scrivere

di Grace Amber Jaxn

La scrittura creativa

Come ho iniziato a scrivere

Per la maggior parte delle persone, scrivere un libro, credo sia un sogno nel cassetto, coltivato sin da quando abbiamo imparato che la nostra compagna di banco dai capelli rossi aveva più seno di noi.

E anche se le doti artistiche di colei che ostentava un prorompente decoltè ai professori più ambiti, erano decisamente inferiori alle nostre, al docente di anatomia e figura non gliene fregava un benemerito fico di niente. Passavi inosservato anche se dipingevi il “Salvador Mundi” di Leonardo.

In quegli attimi di depressione e di implacabile ripudio di se stessi, guardando fuori dalla finestra con la speranza di essere compreso da qualcuno, allunghi gli orizzonti alla scrittura, sognando che un giorno tu possa scrivere un romanzo strappalacrime e cuori, acclamato da critica e pubblico.

Si ma… da dove cominciare? Dai protagonisti ovviamente. Gli attribuisci nomi di fantasia esotici tipo “Solomon” e “Fedora” e punto. Inizi anche a scrivere mezza pagina, ma al di là delle prime righe di “C’era una volta …” è il vuoto totale.

Mondi paralleli

Quindi, da dove si comincia?

Abbandonate le idee del romanzo idilliaco, si ritorna alla nostra incomprensione di sé. I brufoli, le passioni andate in fumo, le delusioni amorose eccetera, eccetera, eccetera.

Poi, sempre guardando fuori dalla finestra e trafugando in fondo alla tua anima quasi irrimediabilmente persa, incominci a buttare giù frasi, su come parlare con gli alberi e ti conforti di più che interloquire con il resto del mondo.

Presto ti rendi conto, che per quanto la scrittura riesca a tirar fuori la parte più profonda di te, non gliene frega niente a nessuno. O meglio, al di là di qualche critica positiva e tutto l’esternare del tuo mondo, resti comunque un monologo tra te e i cactus (al plurale, cacti, ma non suonava cosi bene!) Beh magari non proprio i cactus, le betulle? Meglio, si…

Alla fine, rimane una passione sepolta nel profondo, sino al giorno in cui ti metti a raccontare una storia, partendo dai social magari, e magari non solo è frutto di una fantasia sfrenata (doverosa in ogni caso), ma anche priva di alcuna sceneggiatura o cronologia degli eventi.

Ma tu ci credi, e ci credi fermamente. Non importa se non ti legge nessuno o quel qualcuno sono amici e parenti. Decidi comunque di andare sino in fondo, sin che morte non ci separi. Anzi, meglio ancora, decidi che non stai scrivendo per gli altri, lo fai per te stesso.

E immancabilmente ci sbatti la faccia, perchè a breve ti accorgerai che malgrado tutto il tuo “credo” e “tanto scrivo per me” non ci credi più tanto nemmeno tu.

Ti scontri non solo con la realtà dei fatti, ma inizi a capire che per la legge del “Conditio si ne qua non”, ovvero “condizione senza la quale”, ci deve essere una preparazione, una costruzione efficace dei personaggi e della sceneggiatura, quali basi essenziali della narrativa. Il lettore deve vivere ciò che tu scrivi, deve poter emozionarsi tanto quanto guarda “Ben Hur” e magari voler rileggere anche due volte il tuo libro.

Si ma… belle parole vero? E’ facile a dirsi quanto non è facile a renderlo concreto.
Per tirare le somme, la passione spesso non ripaga se non viene avvalorata dalla crescita continua, professionale e personale. Non bisogna fermarsi al “mi piace scrivere” ma intraprendere un vero percorso accademico dedito alla scrittura. Non solo, un buon scrittore, deve essere necessariamente un buon lettore. Chi non legge libri non può pensare di scriverli. Almeno questo è il mio modesto parere e mi sembra un discorso sensato.

Preparazione, formazione alla narrativa

Preparazione, formazione alla narrativa

Certo la scrittura o meglio, la narrativa o la saggistica, sono molto impegnative e richiedono tantissimo tempo. Dato che le giornate sono di 24 ore e se ne dedichiamo 8 a scrivere, il resto a prenderci cura della famiglia e magari abbiamo anche la fortuna di avere un lavoro, il tempo per la lettura è davvero limitato (se togliamo quello dedito alla lettura dei nostri scritti).

Se si vuole intraprendere questo percorso non rimane altro che imparare. Imparare le basi dell’interpunzione o punteggiatura, i dialoghi, la cronologia degli eventi e la costruzione dei personaggi.

Siamo i redattori, produttori, registi, sceneggiatori e gli attori di un film. Il romanzo non cambia dalla pellicola cinematografica, anzi, spesso è meglio del film.
Detto questo  non significa che io sia arrivata all’apice del mio percorso, anzi, sono solo all’inizio, ma mi auguro e auguro a chi di voi desidererà intraprendere questo cammino, di riuscire ad ottenere i risultati sperati.

Almeno avremo imparato a scrivere.

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